06/03/2025
Oggi la Banca Centrale Europea (BCE) non potrà ignorare quello che è accaduto ieri ai prezzi dei titoli di stato Tedeschi.
Un crollo che per vederne uno simile bisogna tornare indietro al lontano 1997.
In poche ore i prezzi sono scesi fino a far salire i rendimenti decennali del 9,3% dal 2,47% al 2,70%.
E questo agevolerà il sesto taglio dei tassi di interesse della BCE. Sarà quasi certamente dello 0,25%, come i 5 precedenti.
I prezzi dei titoli tedeschi sono bruscamente crollati (trascinando con loro anche i BTP italiani e gli OAT francesi) sulla notizia che Friedrich Merz, futuro cancelliere, si accorderà con i socialdemocratici per uno stimolo fiscale (MAXI) da 1000 miliardi di euro in 10 anni.
In deficit.
Metà di questi soldi saranno dedicati al riarmo.
Il mercato sconta, quindi, un aumento dell’offerta di titoli nel medio-lungo termine.
La prima conseguenza di questo è l’apprezzamento del cambio euro-dollaro intorno a 1,07 e ai massimi da subito dopo l’elezione di Donald Trump. Era 1,036 la settimana scorsa.
C’è un’altra ragione per credere che la BCE valuterà con maggiore relax un ulteriore (il settimo) taglio dei tassi in primavera:
Questo per i mercati significa una situazione storica di normalità, dopo più di quindici anni di eccezionalità tedesca.
Se anche i Bund sono costretti ad offrire di più per attirare gli investitori, a parità di spread i costi di emissione saliranno in tutta l’area e questo rappresenta un rischio sia per la tenuta dei conti pubblici nazionali, sia per l’economia.
E noi, semplici risparmiatori che abbiamo i titoli che ieri sono scesi di prezzo?
In attesa di vedere gli sviluppi, nel frattempo godiamoci i ricchi flussi cedolari che ci siamo garantiti con titoli in portafoglio.